BURRO: FA DAVVERO MALE?

Il burro è un alimento che l’uomo utilizza da millenni (1), e per la maggior parte della sua storia è stato considerato un alimento prezioso, cosa comprensibile dato è una fonte ricca di calorie e una forma di conservazione del latte; senza contare che, ad esempio in epoca romana, veniva usato come cosmetico e unguento curativo (2). Eppure nella nostra epoca di bambagia, la percezione positiva di questo alimento si è incrinata, e ha iniziato a venire sempre più additato come nocivo per la salute: perché innalza il colesterolo, perché è pieno di grassi saturi, perché vi è una % di grassi trans, etc.

Peccato che questa demonizzazione rispecchia un’analisi obsoleta del prodotto, che non tiene conto della biochimica dei nutrienti e del fatto che, quando usato, sia un ingrediente piuttosto che un alimento a sé stante. Ecco perché negli ultimi anni vi è stata una riscoperta degli utilizzi del burro in cucina.

COMPOSIZIONE

Il punto di partenza per capire gli effetti di un qualsiasi alimento è la sua composizione, quindi facciamo affidamento ai valori nutrizionali medi presenti sulle tabelle dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) (3).

  Composizione Chimica     Valore per 100g  
  Parte edibile     100%
  Acqua 14.1g
  Proteine 0.8g
  Lipidi 83.4g
  Carboidrati 1.1g

 

Come vediamo dall’analisi dei macronutrienti, di 100 grammi di prodotto, 14g sono acqua e 83g sono di grassi, quindi paradossalmente è un alimento meno grasso dell’olio di oliva, che è fatto dal 99,9% di grassi. Certo, come ben sappiamo molta importanza per l’impatto sulla salute lo determina il tipo di grassi, piuttosto che la quantità, quindi approfondiamo l’analisi della costituzione lipidica.

PROFILO LIPIDICO

  Composizione Chimica     Valore per 100g  
  Lipidi totali  83.4
  Saturi Totali 48.78g
  Monoinsaturi Totali 23.72g
  Polinsaturi Totali 2.75g

 

Dalla tabella del profilo lipidico, notiamo che degli 83g di grassi totali, 48.78g sono saturi, con i restanti che sono monoinsaturi e una piccola porzione di polinsaturi. Già così capiamo come decade un po’ la nomea di alimento composto prevalentemente da grassi saturi, essi rappresentano solo metà del prodotto. E adesso sfatiamo un altro mito, perché i grassi saturi, tipicamente additati indistintamente come aterogeni, in realtà sono molto diversi tra di loro.

  Composizione Chimica     Valore per 100g  
  Saturi totali  48.78%
  C4:0 - C10:0  0g
  C12:0 - Acido Laurico 2.39g
  C14:0 - Acido Miristico 8.31g
  C16:0 - Acido Palmitico 20.86g
  C18:0 - Acido Stearico 9.4g

 

Dei 49g del burro, quasi 10g sono fatti di acido stearico (C:18), un acido grasso saturo che una volta assorbito dal corpo viene trasformato in acido oleico (4), un grasso monoinsaturo contenuto in abbondanza nell’ottimo olio di oliva, e noto per i suoi effetti benefici a carico del sistema cardiovascolare (5). Altri 2.5g sono di acido laurico (C:12), acido grasso a catena media con il potere di aumentare il colesterolo buono (HDL), e eliminare quello cattivo (LDL), un effetto diametralmente opposto a quello che tipicamente si imputa ai grassi saturi (6). Certo, 2.5g sono pochi, ma decisamente buoni.

Anche se nelle tabelle dell’INRAN non è indicato, un altro grasso saturo tipicamente presente nel burro tra i 2-3g è l’acido butirrico (il nome stesso deriva da “burro” (7), un grasso saturo prodotto anche dal nostro microbiota a partire dalle fibre vegetali assunte, che viene utilizzato dalle cellule intestinali (enterociti) come fonte energetica, e che consente pertanto di migliorarne la rigenerazione, e che sembra avere anche un effetto contro la proliferazione di cellule tumorali nell’intestino (8). Gli ultimi 35g circa di grassi saturi sono composti principalmente da acido palmitico (C:16) e acido miristico (C:14), grassi saturi che effettivamente vanno assunti in quantità limitate per via del loro potere aterogeno, ma che non fanno assolutamente male a basse dosi, anzi, che è proprio il senso dell’utilizzo del burro.

E IL COLESTEROLO?

Pur avendo parlato dei vari grassi che compongono il burro, finora ho effettivamente omesso il colesterolo: in 100 grammi di burro ne sono presenti circa 250mg (3), non proprio pochi effettivamente, considerato che il ministero della sanità consiglia di non superare i 300mg di colesterolo al giorno (9). Ma, innanzitutto, spero bene che nessuno arrivi a consumare più di 1 etto di burro al giorno.

E soprattutto, nell’adulto la maggior parte del colesterolo viene ad essere auto-prodotta per via endogena nel fegato a partire dall’acetil-CoA, molecola che può derivare dal metabolismo dei grassi così come dei carboidrati o degli aminoacidi (10). Questo perché il colesterolo, nonostante lo si pensi sempre in termini negativi, in realtà è una molecola importantissima per funzioni come la produzione di vitamina D e degli ormoni steroidei, pertanto il fatto che quello introdotto per via esogena (cioè assunto con i cibi) diventi nocivo, dipende solo dal fatto che mangiamo troppo in quest’epoca, indipendentemente che si parli di grassi piuttosto che di carboidrati o proteine.

SOLO GRASSI?

Non di solo grassi è fatto il burro, infatti di questo alimento è giusto ricordare anche un buon contenuto in calcio, vitamina E, e carotenoidi (3), precursori della vitamina A, anche se quest’ultimi dipendono fortemente dalla qualità del mangime: tipicamente più il burro vira verso il colore giallo, più contiene carotenoidi (11).

Del burro si potrebbe parlare ancora a lungo, ad esempio del processo di zangolatura per farlo in casa a partire dalla panna, delle differenze tra il burro “classico” e il burro chiarificato, di come viene prodotto in Italia, etc. Ma al momento preferisco fermarmi qui, perché ora che abbiamo aperto un attimo gli occhi su questo gustoso alimento, ci sarà sicuramente occasione di parlarne ancora.

Non escludere a priori degli alimenti, ma fatti guidare nella loro scelta

Bibliografia

1) “Scienza in cucina di Dario Bressanini – Il burro” – La repubblica – Link: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2007/11/27/il-burro/
2) “La storia millenaria del burro, usato anche in medicina e cosmesi” – Italia a Tavola – Link: https://www.italiaatavola.net/alimenti/latticini-e-uova/2018/10/13/burro-anche-medicina-cosmesi/57682/
3) “Tabelle di composizione degli alimenti: Burro” – Link: http://sapermangiare.mobi/tabelle_alimenti/190010/100/burro.htm
4) Alimentazione e Nutrizione Umana – Lorenzo M. Donini et al – Il pensiero Scientifico Editore – “Acidi grassi e carboidrati – inter-relazioni metaboliche” pag. 120;
5) “Acido oleico” – Humanitas – Link: https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/acido-oleico
6) “Lauric Acid as Potential Natural Product in the Treatment of Cardiovascular Disease: A Review” – Uday Kumar et al. –  Link: https://pdfs.semanticscholar.org/df6e/8507f9319f7490e9599c97fa935de9e18395.pdf
7) "Etimologia della parola burro" – Enciclopedia online treccani –  Link: http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/BUTIRRO/
8) “Short Chain Fatty Acids in the Colon and Peripheral Tissues: A Focus on Butyrate, Colon Cancer, Obesity and Insulin Resistance” – Sean M. McNabney and Tara M. Henagan – Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5748798/
9) “Linee guida per la prevenzione dell’aterosclerosi” – Ministero della salute – Link: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1097_allegato.pdf (Pagina 10)
10) DIETOLOGIA – Alimenti, Alimentazione nel sano e nel malato, Integratori Alimentari – Aldo Zangara et al – Piccin – "Colesterolo" pag. 12 - 13.
11) “Di che colore è il burro” – Il post – Link: https://www.ilpost.it/2019/04/22/colore-burro/

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