INTEGRATORI CHE POTETE BUTTARE

Il mercato degli integratori è sempre più fiorente (1), in parte perché le persone sono diventate maggiormente consapevoli di come l’alimentazione influenzi lo status fisico, dall’altra parte perché il business che c’è dietro porta a vastissime campagne di marketing che senza dubbio funzionano. Nonostante i benefici sulla salute di alcuni integratori, le potenzialità di una buona parte di essa sono limitate rispetto a quello che ci pubblicizzano (2), e ci sono addirittura integratori che non servono a niente.

Ecco perché ho deciso di creare questa piccola rubrica intitolata “integratori che potete buttare”.

CARNITINA

La carnitina è un carrier, cioè un trasportatore, che lega i grassi per trasportarli all'interno del mitocondrio, così da poter essere usati come fonte energetica. La carnitina è naturalmente presente negli alimenti di origine animale, ma il corpo è anche in grado di generarla autonomamente a partire dagli aminoacidi essenziali lisina e metionina, grazie anche all’interazione di ferro, vitamina C e B6 (3).

Quella presente nei cibi viene assorbita dall’intestino in buona percentuale (63 – 75%), mentre quella presa mediante integratori (L-carnitina) viene assorbita in percentuale modesta (14 - 18%): la porzione non assorbita (>80%) viene degradata dai batteri intestinali a formare trimetilammina (TMA) e N-ossido-trimetilammina (TMAO), composti non più funzionali come carnitina una volta assorbiti (4, 5). Questa analisi farmacocinetica è la conferma del perché nessun studio provi che la somministrazione di L-carnitina aumenti l’impiego di grassi a scopo energetico (6).

La cosa peggiore, però, è che uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che la TMAO prodotta dalla degradazione della carnitina, una volta assorbita dall’intestino influenza negativamente il metabolismo del colesterolo, infatti ne rallenta la rimozione, favorendone così l’accumulo sulle pareti delle arterie (7).

Ciò sembra quasi un paradosso, in quanto la carnitina viene pubblicizzata come capace di aumentare le performance aerobiche e smaltire più rapidamente le riserve adipose, invece non solo risulta inefficace a tale scopo, ma sembra che usandola, alla lunga si rischia di ritrovarsi con le arterie sclerotizzate (7, 8, 9), che nei casi più fortuiti porta a perdere le performance aerobiche per via la diminuzione delle dimensioni dei vasi sanguigni e dei capillari polmonari.

Ecco perché questo integratore potete direttamente buttarlo via, dato come minimo non funziona, ma potrebbe addirittura portare a problemi cardiovascolari.

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Bibliografia

1) “Integratori, consumo in crescita del 4% (e il mercato ora vale 3,2 miliardi)” – Aboutpharma – Link: https://www.aboutpharma.com/blog/2019/09/19/integratori-consumo-in-crescita-del-4-e-il-mercato-ora-vale-32-miliardi/
2) “Supplemental Vitamins and Minerals for CVD Prevention and Treatment” – David J.A. et al. – Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0735109718345601
3) DIETOLOGIA – Alimenti, Alimentazione nel sano e nel malato, Integratori Alimentari – Aldo Zangara et al – Piccin – “Carnitina”, pagine 423 – 425
4) Pharmamedix – “Farmacocinetica della carnitina” – Link: https://www.pharmamedix.com/principiovoce.php?pa=Carnitina&vo=Farmacocinetica
5) “Kinetics, pharmacokinetics, and regulation of L-carnitine and acetyl-L-carnitine metabolism” – Rebouche CJ – Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15591001
6) Alimentazione nello Sport – William D. McArdle – Casa Editrice Ambrosiana – "L-carnitina" pag. 356 - 357 – Link: https://www.zanichelli.it/ricerca/prodotti/alimentazione-nello-sport
7) “Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis” – Robert A Koeth et al. – Nature – Link: https://www.nature.com/articles/nm.3145
8) "The Carnitine-butyrobetaine-trimethylamine-N-oxide pathway and its association with cardiovascular mortality in patients with carotid atherosclerosis" – Karolina Skagen et al. – Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0021915016300326
9) "Meta-Organismal Nutrient Metabolism as a Basis of Cardiovascular Disease" – J. Mark Brown et al. – Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4018574/

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